Piovre #10: L’abito fa il monaco

Allora, se c’è una cosa di cui veramente non capisco un cazzo è l’economia: i mercati, le borse, gli investimenti, le politiche commerciali mi causano un’astrazione mentale che neppure le droghe più pesanti che ho provato sono riuscite a provocarmi. Capirete che, soprattutto in queste ultime settimane, aprire il giornale per me è diventato un salasso neuronale, mi sembra di essere tornato alle lezioni di algebra delle superiori. È che a me i numeri mi stanno antipatici, mi confondono, sarò discalculico, non lo so… C’è da dire che comunque, mai come per questi argomenti, le cose vengono date proprio per scontate, anche dall’informazione. Infatti ricordo che, quando anni fa si cominciava a parlare di crisi economica, i servizi dei tg erano talmente criptici e farfuglianti, che a un certo punto mandavano sempre immagini di repertorio delle stampanti della Zecca di Stato, piene di fogli di banconote, su rulli giganti, così anche il più confuso dei telespettatori avrebbe capito che si parlava di soldi. Onestamente, la mia preparazione in materia si limita al livello Guzzanti. Presente no, Corrado Guzzanti in Boris: “Ma il pacchetto azionario è fisicamente un pacchetto?”.

C’avete fatto caso che, quando la guerra è detta “finanziaria”, la prima cosa è creare dei tavoli di trattative, fare dei vertici, degli incontri, aprirsi al dialogo, mentre quando è semplicemente “guerra”, ci si ammazza amorevolmente? Evidentemente, quando ci stanno di mezzo i culi di quelli di Wall Street e degli altri simpatici amici, ci si deve muovere presto, sarà che la puzza del denaro avrà delle ripercussioni ormonali. D’altronde, citando un vecchio saggio, “sossempresoldi!”. Tra l’altro, piccolo inciso, voi l’avete vista quella scena in “The Last Party”, documentario del 1993, quando Robert Downey Jr. entra a Wall Street ed esce traumatizzato? “If money is evil, than that building is hell”. Ve la consiglio, molto rassicurante sapere che sono posti come quello dove il mondo e la società vanno “avanti”…

Ieri c’è stato l’attesissimo incontro a Washington tra Trump e Meloni e, veramente, io non so fino a che punto si può spingere – al contrario – il senso del pudore di questa gente. Cioè, questi si sono visti, dopo il crollo dei mercati globali, dopo i deficit nelle borse di tutto il mondo, miliardi su miliardi persi, per dirsi:

  • “Uè, ehm… sta tutt’apposto?”.
  • “E mo vediamo, dai”.

Seriamente, dalle prime notizie che sono arrivate e anche dalle riprese del tavolo di trattative, si percepisce una sudditanza che solo noi in Italia ne siamo capaci. D’altronde lui l’aveva detto, che non vedeva l’ora che i capi di governo venissero da lui a baciargli il culo, evidentemente avrà trovato in Meloni un efficientissimo bidet, data, tra le altre cose, l’abilità della nostra Prima Ministra nei rapporti diplomatici con i capi di stato stranieri, tipo con Re Carlo: proprio un’ottima idea regalare un barattolo di Nutella ad un vecchio di 76 anni, con il cancro e il diabete…

Qualche giorno fa, mentre riflettevo su cosa disegnare, ho pensato: t’immagini se la sputtana come ha fatto con Zelensky? Dovrà vestirsi bene come minimo, sicuramente non in tuta e in maglione, altrimenti la fanno fuori nel media spray, come il suo collega ucraino. Meglio giacca e camicia, sì. Oppure una roba vittoriana, per stare sicuri.