L’avete visto l’ultimo show di Trump nello Studio Ovale? Io, a dire la verità, me l’ero perso, nel marasma di notizie di questi ultimi giorni, tra le nuove – e un po’ ridondanti, se posso – tensioni nelle trattative Kiev-Mosca e l’attacco dell’Idf durante l’ultima missione umanitaria a Gaza. Fortunatamente, mia madre, ieri a pranzo, c’ha tenuto ad informarmi dell’accaduto.
C’avete fatto caso alla naturalezza nell’uso della parola “genocidio”, riferita a presunti atti persecutori nei confronti degli afrikaner (il termine che si utilizza per riferirsi alla popolazione di etnia caucasica, presente sul territorio sudafricano, gli stessi dell’apartheid, per intenderci)? Che saranno mai 19 mesi di sterminio sistematico ai danni dei palestinesi! Quello non è genocidio però eh, attenzione, quella è guerra!
Questa è stata la linea di Trump, durante l’incontro alla Casa Bianca con il presidente sudafricano Ramaphosa: “Ci sono molte persone che si sentono perseguitate. Vengono uccise famiglie intere, e stanno venendo negli Stati Uniti. Le prendiamo da molti posti se riteniamo che sia in corso una persecuzione o un genocidio”. Giustamente, quando i poveretti sono bianchi, porte aperte a tutti!
Sinceramente, a me un po’ dispiace che questa rubrica sia diventata la rassegna della propaganda politica, speravo di poter parlare di cose un po’ più di nicchia, ma d’altronde, facendo satira – o presunta tale – le cazzate che escono dalla bocca dei politici e dei giornalisti sono un po’ il mio pane quotidiano, non serve neanche tutta questa reinterpretazione: “Domani è la Festa dei Lavoratori e anche quest’anno il Governo ha deciso di celebrarla con i fatti. […] L’Italia è sempre di più una Repubblica fondata sul lavoro e io sono orgogliosa del fatto che in poco più di due anni e mezzo siano stati creati oltre un milione di posti di lavoro. Abbiamo raggiunto il record di numero di occupati, il tasso di occupazione femminile non è mai stato così alto, la disoccupazione è ai minimi da 18 anni a questa parte. Aumentano i contratti a tempo indeterminato, diminuisce il precariato e crescono i salari reali […]. Da ottobre 2023 la tendenza è cambiata [riferendosi ai governi precedenti, dal 2013 al 2022 n.d.a.] e le famiglie stanno progressivamente recuperando il loro potere d’acquisto con una dinamica dei salari che è migliore rispetto a quella del resto d’Europa” (Giorgia Meloni, 30 aprile 2025, Corriere Tv).
(Piccolo inciso: c’avete fatto caso che le prime 30 pagine circa del Corriere delle Sera corrispondono ESATTAMENTE alle notizie del TG1 delle 13:00? Ma pure l’ordine, è una cosa preoccupante…)
Che brava che è Meloni, quando fa questi discorsi mi pare Tonio Cartonio della Melevisione (chiedo scusa, sono mortificato, so che il programma è stato nel palinsesto di Rai Tre per tanti anni, è solo un caso, non mi permetterei mai): tutto così bello, così idilliaco, tra un po’ piovono i soldi dal cielo! Peccato per lei, che già dopo essere stata smentita sullo scivolone del 14 maggio sui BTP e i Bund tedeschi praticamente da chiunque, adesso pure dall’Istat, che mercoledì scorso ha pubblicato il suo annuale rapporto sulla situazione del Paese, che svela tutte le magagne della narrazione falsa e strumentale, da parte del Governo, sulla situazione lavorativa in Italia, in concomitanza con la festa del Primo maggio.
Allora:
– Il tasso di occupazione è in lieve recupero, al 62,2%, comunque il più basso tra i 27 Paesi dell’Unione Europea; in più, l’occupazione cresce quasi esclusivamente per i vecchi, infatti dei 325 mila nuovi occupati del 2024, 258 mila sono lavoratori over 50, quindi circa l’80% (under 24: -0,7%; 55-64 anni: +1,7%);
– Più di un terzo degli under 35 e quasi un quarto delle donne sono definiti “vulnerabili”, da un punto di vista occupazionale, con contratti a termine o part-time;
– Il tasso di disoccupazione è del 6,5% (superiore alla media Ue 2024 del 5,9), con un numero reale di 3,8 milioni di disoccupati, di cui 1,7 sono disoccupati effettivi, mentre i restanti 2,1 sono inattivi, seppur disponibili;
– Tra il 2019 e il 2024, l’inflazione è stata del 21,6%, mentre i salari sono cresciuti solo del 10,1; il potere d’acquisto, quindi, è in calata al -4,4% (-2,6% in Francia, -1,3% in Germania, addirittura +3,9% in Spagna);
– Il 23,1% della popolazione è a rischio povertà o esclusione sociale e 5,7 milioni di italiani vivono in condizioni di povertà assoluta;
– Aumento del 21,2% (rispetto proprio al 2022) della fuga all’estero di giovani laureati, 21 mila tra i 25 e i 34 anni.
Senza dimenticare, chiaramente, il bollettino demografico dell’Istat, che fotografa un Paese fatto da vecchi, in cui, per la prima volta nella storia, il numero di ultraottantenni (4,6 milioni) supera quello dei bambini sotto i 10 anni (4,3 milioni), oltre al record negativo delle nascite (370 mila contro i 651 mila decessi).
Sull’indagine Istat, e, nello specifico, sulla questione natalità, poi, i giornali si sono sbizzarriti:
il Corriere della Sera di ieri inserisce il virgolettato di Lino Banfi: “Da neo bisnonno dico: fate figli!”. Grazie tante Lino, che belle parole di speranza. Aiutami però a dire “graziealcazzo”!
Il Foglio: “Crescete e moltiplicatevi. Se l’occidente vuole sopravvivere al suicidio demografico, impari da Israele” (Giulio Meotti, 19 Maggio). Eh certo, d’altronde da democratico a demografico è un attimo! Impariamo da Israele, che giustamente essendo uno dei pochi Paesi che ancora gode di un’espansione territoriale, capirai, figlieranno come i conigli!
Libero: “Su Pil e conti pubblici l’Italia torna sui binari. Il Paese raggiunge la Francia sulla crescita pro capite e recupera terreno sul potere d’acquisto. In buona salute il bilancio dello Stato” (Sandro Iacometti, 22 maggio). L’avrà letto il rapporto Istat? Chi lo sa, è un mistero! Articolo, peraltro, relegato alla remota pagina 23, dopo “Gaza-show dell’opposizione” (p. 8) e “Libico fugge dalla polizia e si schianta” (p. 10). La classica prosa “liberiana”!
Mica come Il Sole 24 Ore, che dedica alla notizia addirittura le prime 5 pagine, copertina compresa! Esagerati! Ma si sa, questi del Sole sono solo economisti bavosi.
Che poi, gli stessi del Governo si autodenunciano di propaganda, come il caro Presidente La Russa, che, riferendosi alle imminenti votazioni per i quesiti referendari dell’8 e 9 giugno ha affermato: “Di una cosa sono sicuro: farò propaganda affinché la gente se ne stia a casa”. Aah, vecchia volpe! Come ci manca il MinCulPop, ve’? Giustamente, dopo il bel quadretto dell’Istat, referendum per abrogare leggi che riguardano proprio le materie in questione, come i licenziamenti illegittimi, contratti di lavoro subordinato, durata massima, proroghe e rinnovi puzzano troppo di sinistra. Via di astensionismo, evvai! D’altronde, è pur sempre il primo partito d’Italia, quello del non voto, chiaramente, che è quindi anche quello di La Russa. Eh, vedi questi di destra come cambiano casacca facilmente. Vabbè, ma la democrazia prima di tutto, mi raccomando!
Devo essere sincero, scrivere questi articoli sta cominciando a deprimermi un po’… Fortunatamente, dopo 5 anni di università, laureato e pronto per il mondo del lavoro, ho deciso di riscrivermici! Continuerò a rubare i soldi di mio padre, per cui, non mi avrete almeno fino ai miei 30 anni.
Sucate!